Due anni fa Soumayla Sacko fu ucciso con una fucilata nei pressi di Rosarno.
Era un lavoratore e un sindacalista. Ma in quei giorni la propaganda razzista parlò di “extracomunitari” che rubano e italiani costretti a farsi giustizia da soli.
Oggi il tribunale ha condannato l’assassino. Ma non ci sarà vera giustizia finché esisteranno ghetti pieni di lavoratori. A cui sono negati, coscientemente, diritti e documenti.
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