missionario-galbiatese-in-brasile-contro-di-lui-minacce-e-un-processo_bedd3bf6-edd5-11e4-aacd-10c224504eeb_998_397_big_story_detail

Carissimi tutti,
che, in un modo o nell’altro, mi avete accompagnato, col pensiero e con la preghiera, nelle mie vicende giudiziarie, eccomi qui a raccontarvi del triste esito della vicenda.
Ieri pomeriggio c’è stata l’udienza preliminare, o di conciliazione. Purtroppo ciò che temevo si è avverato. Ovvero il giudice ha accolto, senza battere ciglio, l’istruttoria, faziosa e strumentale, montata dal commissario di polizia. In questo modo, come ho in parte raccontato quando ero lì in Italia, la mia denuncia, per le minacce subite, è stata associata a quella del fazendeiro, che mi accusava di averlo calunniato pubblicamente, attraverso l’articolo sulla morte dell’adolescente. Anzi, il giudice, nel corso dell’udienza, ha rivelato di non aver neanche studiato l’intera situazione. Sua unica preoccupazione era archiviare il processo come “un normale malinteso tra due cittadini”. In un primo momento ho tentato di reagire, non accettando l’archiviazione e chiedendo che ci fosse un regolare processo, con una sentenza sui vari capi d’accusa. Però, mentre correva la discussione, ho percepito la totale ostilità del giudice a questa ipotesi. Per lui il tutto era solo lavoro in più, senza alcun interesse o conoscenza delle questioni sociali connesse.
Al che ho ritenuto inutile questa forzatura, che, probabilmente, mi avrebbe tenuto occupato ancora per qualche anno, visto che, alla sentenza di prima istanza, emessa da questo giudice disonesto, avrei dovuto far ricorso ecc, ecc… Visti i presupposti, ho accettato l’archiviazione, facendo molta violenza al mio istinto e, forse, ai miei ideali; ma, alla fine di tutto, questa è la situazione. Pensando di dare una buona notizia, salutandoci, il giudice diceva: “Comunque state tranquilli, che, con questa soluzione, non ci saranno né vittime, né colpevoli”; ovvero, secondo la migliore tradizione brasiliana, non importa sapere chi è l’oppresso o chi è l’oppressore, l’importante è ritrovarsi tutti assieme, appassionatamente, per danzare il carnevale della vita.
Se volete, continuate a pregare, perché mi passi presto il senso di frustrazione, che mi affligge.

pe. Marco