Questa settimana, che si sta concludendo, è stata dominata dal tema dell’acqua. E’ iniziata con l’ennesimo naufragio consumato sulle coste calabresi e finisce per noi ambrosiani con il grandioso Vangelo della Samaritana, raccontatoci dal capitolo 4° del Vangelo di Giovanni.

Questo Vangelo, attraverso il meraviglioso percorso fatto da questa donna, vuole invitarci a riconoscere Gesù di Nazareth tanto importante per la nostra vita, quanto lo è l’acqua per la nostra vita biologica. Giovanni è profondamente estraneo alle nostre professioni di fede meramente formali ed astratte. Per lui, affermare che Gesù è l’acqua viva, significa che è il compimento del nostro desiderio, della nostra ricerca di senso, di una vita appassionata ed integrata ad un tempo.

E tutto ciò si configura e prende corpo a partire da un atteggiamento fondamentale di Gesù: prendersi cura, interessarsi per quella donna, dalla quale, secondo le leggi di quel contesto culturale, avrebbe dovuto invece difendersi ed abbandonare ai suoi molti peccati.

Invece no, contravvenendo tanto alle leggi, che al costume del tempo, la guarda con benevolenza, la incontra e cerca di fare il suo bene, di farle del bene. Avvolta da questa benevolenza, lei stessa si vede con occhi nuovi, rivisita la sua vita e cambia quel che c’è da cambiare.

Così è l’amore autentico, che non significa accondiscendenza al male, ma è fiducia e benevolenza verso le persone, qualunque siano i loro trascorsi esistenziali.

Purtroppo, il peccato originale, che oggigiorno ha preso la forma della realtà virtuale, ci fa diffidare degli Abele, che vivono accanto a noi. Figuriamoci poi di quelli che vengono da lontano e sono tutti apprendisti terroristi!

La Storia dell’umanità è piena di migrazioni e di contaminazioni razziali e culturali. Ma anche di sospetti e paure, che hanno prodotto stragi e decimazioni. E allora come si manifestano oggi queste paure e queste resistenze? Ecco, forse lo specifico dell’attuale momento storico sta proprio nel fatto di vivere continuamente a contatto con una realtà più virtuale, che reale. Così, chi detiene il potere e manipola la società a suo piacimento, ci presenta la diversità prevalentemente come una minaccia ed un problema.

In questi giorni mi ha piacevolmente spiazzato la reazione di una bambina della Prima Confessione. Alla mia domanda, se facesse qualche discriminazione tra i suoi compagni, quella bambina mi guardò sorpresa e quasi non capiva il senso della domanda. Ad una mia precisazione, rispose quasi indispettita: “E perché dovrei fare differenze?”. Ma lei non è assolutamente un’eccezione. Pur senza questa spigliatezza, quando pongo questa domanda, tutti i bambini dicono di non fare differenze. Ma allora, tra me pensavo, perché i loro padri ed i loro nonni non sono così? Magari lo erano da bambini, ma dopo cosa è successo?

Certamente la ricostruzione mediatica del fenomeno migratorio, unito al cinismo elettorale, ha contribuito al diffondersi di una nebbia culturale, di una diffidenza esistenziale, verso tutto ciò che è altro e diverso. I migranti sono solo la punta dell’iceberg di questo fenomeno, la versione più chiara e drammatica ad un tempo.

In questo clima culturale possiamo fin d’ora prevedere, quale sarà l’esito delle varie istruttorie aperte in questi giorni. Di fatto poco importa, se Frontex ha segnalato quella barca, o meno. Infatti, quella barca era comunque un pericolo, sia per Frontex, che per le autorità italiane; tant’è che quest’ultime non hanno mandato la Guardia costiera per accoglierli e soccorrerli, bensì la Guardia di Finanza per controllarne la pericolosità.

Ecco, in questo labirinto legislativo creato ad hoc dal rifiuto profondo nascosto in fondo al cuore, ebbene lì naufraga l’umanità fatta ad immagine e somiglianza del suo Creatore. Ma, in questo intreccio fatale, tra una intenzionalità diabolica ed un’apparente legalità, si dissolve ogni responsabilità personale e la Grande Mamma del popolo italiano può presentarsi spregiudicatamente davanti alle telecamere, per sfidare chiunque cerchi un responsabile per questa tragedia. I suoi uomini hanno eseguito perfettamente tutte le procedure previste.

E se proprio si deve individuare un colpevole, allora interrogate il mare. E’ lui l’unico, vero colpevole…

Pe. Marco