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Un uomo lontano da noi, perché troppo vicino a Dio

Posted on 26 Aprile 202526 Aprile 2025 By admin Nessun commento su Un uomo lontano da noi, perché troppo vicino a Dio

io da tempo sto pregando per il suo successore ed ora vorrei invitarvi a fare altrettanto. Ben sapendo che “che lo Spirito soffia dove vuole e non sai donde viene e dove va’”, ovvero va’ ben al di là dei nostri calcoli, la responsabilità, alla quale siamo tutti chiamati come discepoli di Gesù, è quella di metterci davanti a quest’uomo dello Spirito, come gli Apostoli dopo la Risurrezione.

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Le forti e travolgenti emozioni di questi giorni, assieme all’accavallarsi tumultuoso degli eventi, mi impedisce di proporvi una mia lettura del pontificato di Papa Francesco. Oltretutto siamo tutti inondati da fiumi di omaggi e parole, con il rischio inevitabile di oscurare il carattere squisitamente evangelico della sua testimonianza.

Invece penso sia un evidente segno dello Spirito, riascoltare il racconto di Luca nella prima lettura di questa Domenica “in albis depositis”, secondo la millenaria Tradizione della Chiesa…

Il testo propostoci è il prosieguo della cura del paralitico, ristabilito da Pietro nel nome di Gesù di Nazareth. Il problema per l’elite religiosa giudaica non sta nella cura di quest’uomo, quanto nel nome di Chi è stato curato: Gesù il nazareno! Ma quell’uomo è stato crocifisso e sepolto: perché si continua a parlare di Lui? Perché farne memoria?

Così da lunedì in poi avverrà con Papa Francesco. Molti tra i miei colleghi ed ancor più su cercheranno di cancellare questo nome scomodo, in base al principio secondo il quale “morto un Papa se ne fa un altro”. E allora perché alimentare la memoria sovversiva di questo profeta contemporaneo? Il cardinal Muller ha già chiesto ai quattro venti, che Francesco venga sepolto in pace e si volti pagina… Anche perché la grande massa, sostanzialmente estranea ai labirinti ecclesiastici, tirerà Francesco per ogni dove. Ognuna/o citerà fatti e parole, estrapolate dal loro contesto, per inventare innumerevoli vangeli a propria immagine e somiglianza. Il triste destino di tutti profeti: ammirati da tutti, quando non possono più parlare ed agire…

Ma Pietro, il primo e più grande traditore di Gesù assieme suoi fratelli nella Fede, ci ricorda alcune “chicche”, che mi pare prezioso ricordare.

La prima è il grande principio, che ha animato i cristiani, quelli veri, di tutte le latitudini e di tutte le epoche: “Bisogna ubbidire a Dio prima che agli uomini!”. L’ha fatto innanzitutto Gesù, scegliendo di essere radicalmente fedele al Padre ed al suo Vangelo del Regno. L’ha fatto Papa Francesco, nonostante qualche contraddizione, che i dottori del Diritto canonico stanno già ventilando, appunto per cominciare a demolire la sua memoria. Ma gli anawim, i poveri nello Spirito, “el Pueblo de Dios creyente” per dirla alla Francesco, ebbene loro sanno che quelle “contraddizioni” non sono altro, che il tentativo di piegare le leggi, anche quelle del Diritto Canonico, rigorosamente fatte da chi detiene il potere, piegarle alla Sinodalità ed alla Fraternità, i due grandi principi evangelici del suo pontificato.

In un mondo, sia laico che ecclesiastico, nel quale le disuguaglianze e le discriminazioni sono diventate leggi, ovvero strutture di peccato, il cambiamento e la rottura delle stesse non può avvenire se non con “colpi di mano”, sovvertendo quelle stesse leggi/strutture. Ma, come fu per Gesù, così sarà per questo suo fedele discepolo: i dottori della Legge, in modo indolore e con sofismi legalistici, cercheranno di smontare la ricaduta concreta delle sue scelte più profetiche.

Per questo motivo, io da tempo sto pregando per il suo successore ed ora vorrei invitarvi a fare altrettanto. Ben sapendo che “che lo Spirito soffia dove vuole e non sai donde viene e dove va’”, ovvero va’ ben al di là dei nostri calcoli, la responsabilità, alla quale siamo tutti chiamati come discepoli di Gesù, è quella di metterci davanti a quest’uomo dello Spirito, come gli Apostoli dopo la Risurrezione. L’incontro con il Signore Risorto fu innanzitutto presa di coscienza della loro inadeguatezza ed infedeltà. Loro per primi hanno fatto fatica a seguirlo, perché troppo preoccupati delle opinioni degli uomini, soprattutto quelli che contano e fanno pesare il loro potere. Questa preoccupazione li ha portati a tradire il Maestro, quando era con loro. Ma da questa infedeltà, accolta e perdonata dal Risorto, scaturì il fermo proposito “di ubbidire a Dio prima che agli uomini”.

Analogamente la memoria autentica di Papa Francesco potrà avvenire, riconoscendo che, chi più chi meno, l’abbiamo un po’ tutti “tradito”, limitandoci ad un’ammirazione estatica verso di lui, senza però impegnarci per realizzare quelle trasformazioni della Chiesa e della società, che lui c’indicava. Se assumiamo onestamente questa nostra infedeltà, la Misericordia del Padre la trasformerà in memoriale di lui, fedele al Vangelo prima che agli uomini.

Viceversa non saremo molto diversi da coloro che, accorsi al suo funerale senza alcun pentimento, hanno espresso un falso cordoglio, mentre nel cuore stanno pensando come cancellare la sua memoria…

                                                                                   Pe. Marco

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In memoria di Asia Ramazan Antar
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