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Non posso non iniziare questa riflessione esternando le mie perplessità su questa solennità molto strana ed ambigua. Infatti, oltre al fatto di prevalere sulla Giornata Missionaria mondiale, non si capisce perché dire che è legata alla dedicazione della Cattedrale, quando poi, inesorabilmente, si dovrà parlare del Popolo di Dio che la frequenta, più che delle belle pietre e delle decorazioni, che la rendono quella meravigliosa opera d’arte che è. Non che sia sopraffatto da un impeto iconoclasta. Il fatto è che la fedeltà alla Parola di Dio ci obbliga a passare dalla Chiesa di pietre alla Chiesa, Popolo di Dio; quindi qual è il senso di questa solennità?

Detto ciò, che cosa sottolineare di questa Parola, che anche questa settimana ci è stata donata?

Una questione rilevante mi sembra quella posta da S. Paolo, che sul parallelismo Chiesa di pietra- Chiesa/Popolo ci ricorda l’irrinunciabile riferimento al nostro fondamento, cioè a Gesù Cristo. Giustamente Paolo ci ricorda, anche in modo impietoso,che “se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile e ancora il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. In altre parole, tutto ciò che viene fatto nella Chiesa, che non corrisponde alla logica di Gesù, alla logica del Regno di Dio, è mera spazzatura e come tale verrà trattata.

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Orbene se questa è una questione ineludibile, senza nasconderci dietro i soliti esempi profetici, mi chiedo se e come ci stiamo confrontando a livello delle nostre comunità cristiane, nei nostri organismi di base, circa la nostra fedeltà al Vangelo, circa la qualità evangelica delle nostre iniziative ed, in generale, della nostra vita ecclesiale. A mio avviso la nostra più grande tragedia in questo momento storico è l’impossibilità di porre a tema questa questione posta da S. Paolo. Chiaramente S. Paolo intende interpellare ogni credente personalmente, perché verifichi costantemente la qualità evangelica del suo agire; ma ciò non non risolve la dimensione ecclesiale del problema. Ovvero può succedere che, pur ascoltando ed aderendo personalmente all’invito di Paolo, ci ritroviamo a creare ed a convivere con iniziative e strutture ecclesiali dal dubbio sapore evangelico.

Ma l’apice della tragedia sta nel fatto che, quando si pone questa domanda, immediatamente si solleva il rischio del puritanesimo, della Chiesa dei perfetti e dei rischi dell’integralismo. E allora… liberi tutti d’interpretare il Vangelo a proprio uso e consumo. Salvo poi fare a gara a scandalizzarci ogniqualvolta questa anarchia ecclesiale genera scandali macroscopici.

Un’altra questione mi pare s’imponga dall’interagire delle parole di Paolo con quelle di Gesù: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. L’interrogarsi, personalmente e comunitariamente, sulla qualità evangelica della nostra vita ecclesiale non è una sorta di dovere arbitrariamente imposto dall’alto. È una necessità intrinseca per la Chiesa, per poter essere fedele alla sua missione, che è sempre e solo quella di testimoniare Gesù di Nazareth, Figlio del Padre, unico Salvatore dell’umanità. Una Chiesa anarchica e contraddittoria, non su questioni spicciole di morale personale, bensì sui grandi valori ed i grandi drammi, che interpellano l’umanità, ebbene un’anarchia ecclesiale su queste questioni finisce per nascondere il legame trala Chiesa a Gesù Cristo. Ma se questo legame è invisibile, o oscurato, come potremo ancora dire che la Chiesa è “segno e strumento” della Salvezza da Lui offerta? Infatti di quale Salvezza parliamo? A cosa pensiamo quando diciamo che Gesù è il nostro liberatore?

Purtroppo dobbiamo constatare che su queste domande, se dovessimo confrontaci all’uscita dalle nostre Chiese, ne sentiremmo di tutti i colori.

Ieri, per la prima volta in vita mia, ho sentito una fugace ricostruzione delle trame ecclesiali, che portarono alla destituzione del Card. Lercaro da Arcivescovo di Bologna. Terrificante! Anche per la non profetica posizione di San Paolo VI°. Qualcuno potrebbe dirmi: “Mal comune, mezzo gaudio”. In realtà a me vien da dire: “Se hanno fatto ciò con un anziano Cardinale, tutto è possibile, anche nella Chiesa del Terzo Millennio”.

Che il Signore ridia alla sua Chiesa il coraggio della Verità, perché possa essere trasparenza del Vangelo.

????????Pe. Marco