L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore…
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote…
Il Magnificat del Vangelo mi ha sempre affascinato.
Da tempo so che questo cantico più che essere una illuminata e letterale esternazione di Maria, poco
probabile vista la sua giovanissima età, sia, attraverso le sue labbra, l’elaborazione di un senso diffuso del
comune sentire di un Popolo. Un popolo ebraico che, ispirato da Dio stesso, nell’instancabile ricerca del
suo Volto più vero, ne delinea così i tratti essenziali.
Un cantico popolare che definire rivoluzionario sarebbe il minimo. Sarà forse per questa sua carica anche
sociale che questa cospicua parte sembra essere poco approfondita nelle omelie?
Ma una cosa parrebbe essere più che fondata anche in questo cantico: Dio si schiera dalla parte dei più
deboli!.
La Dottrina Sociale della Chiesa l’ha definita come “la scelta preferenziale di Dio per i poveri”. Un Dio
che, a partire dalla schiavitù di Israele in Egitto, non è insensibile al grido degli oppressi.
Ecco perché anche nel mondo di oggi, dove disuguaglianze, marginalità ed ingiustizie sono sempre più
all’ordine del giorno, il Magnificat dovrebbe fungere da faro-lanterna del nostro vivere quotidiano.
E sollecitarci, come cristiani e come uomini e donne, a “non stare alla finestra” visto che Dio opera nella
Storia, come nella vita quotidiana, attraverso ognuno di noi.
E’ pur vero infatti che senza di Lui non possiamo far nulla! ma allora non è forse che con Lui possiamo
far ….tutto?
Come non ricordare a questo riguardo le intense parole scritte dal Cardinal Martini negli ultimi anni della
propria vita quando indicava nella ricerca della Giustizia, mai disgiunta dalla Misericordia, una delle
caratteristiche principali di chi dice di credere in Gesù Cristo:
Dal libro “Conversazioni notturne a Gerusalemme”,
Mondadori, Milano 2008, pagg. 119-120.
“ Secondo la Bibbia, la giustizia è più del diritto e della carità : è l’attributo fondamentale di Dio.
Giustizia significa impegnarsi per chi è indifeso e salvare vite , lottare contro le ingiustizie. Significa
un impegno attivo e audace perché tutti possano convivere in pace. La giustizia deve vegliare
affinché il diritto, così come è formulato dalle leggi, consenta a tutti gli uomini un’esistenza
dignitosa. Gesù ha dato la sua vita per la giustizia. Ha cercato il dialogo coi potenti oppure ha
rappresentato per loro un elemento di disturbo. Si è schierato dalla parte dei poveri, dei sofferenti,
dei peccatori, dei pagani, degli stranieri, degli oppressi, degli affamati, dei carcerati, degli umiliati,
dei bambini e delle donne. Chi si comporta così da fastidio, chi interviene a fianco degli uomini, che
sono come pecore senza pastore, e li riunisce rendendoli consapevoli, diventa pericoloso agli occhi
dei potenti. I cristiani che adottano “l’opzione a favore dei poveri” di Gesù devono ancora oggi
aspettarsi persecuzioni “
Martini C. M.
germano