
Questa settimana non vorrei aggiungere molte parole alle semplici, ma profonde, riflessioni del prof. Ambrosini, che ho già condiviso con voi.
Referendum, il rifiuto della cittadinanza è un rifiuto dell’immigrazione – Chiesa di Milano
Per questo motivo, più che di una meditazione, parlerei di qualche glossa alla suddetta riflessione.
Innanzitutto il tema dell’integrazione subalterna mi riporta alla mente tante vicende di schiavitù conosciute in Brasile: prima nei riguardi degli indios, poi degli schiavi africani. Per integrazione subalterna s’intende essenzialmente l’apprendimento delle necessarie abilità linguistiche e tecniche, per lavorare nel Paese ospitante, senza però il riconoscimento dei diritti civili fondamentali, per essere un cittadino a pieno titolo di quel paese.
Pertanto, il tema dell’integrazione subalterna non è altro che la versione moderna, riveduta e corretta, della schiavitù con la quale si è colonizzata l’America. Fermo restando, che la schiavitù non fu solo quella, ma appartiene a tutta la storia umana, a mio avviso quella merita una particolare attenzione, perché fu organizzata da persone e stati che si definivano cristiani. Non a caso su di essa furono scritti non pochi libri: sia per condannarla (pochi e profetici), sia soprattutto per cercare in qualche modo di giustificarla alla luce della Parola di Dio, la Bibbia. A questo riguardo raccomando la visione del bel film: Il risveglio di un popolo. In tal modo non si arrivava a negare la natura umana degli schiavi; però con una serie di pretesti scandalosi si giustificava la loro riduzione in schiavitù.
Forse oggi le giustificazioni addotte non sono più di carattere religioso, ma le conclusioni pratiche sono le stesse: non tutti gli uomini godono degli stessi diritti/doveri fondamentali. Questi infatti variano a seconda delle condizioni economiche. Di fatto, chi è povero, se emigra, deve sottostare ad una molteplicità di regole, condizioni, premesse e restrizioni di ogni tipo. Invece, chi è ricco e famoso, ovunque sia sul Pianeta, non incontra particolari restrizioni. Anzi, magari gli viene anche offerta la cittadinanza onoraria. Basta vedere cosa succede con gli sportivi, o gli artisti che stanno colonizzando il nostro lago di Como!
Dal momento che i nostri atei devoti stanno lavorando da tempo su permessi di soggiorno stagionali, non serve essere profeti per immaginare un futuro con orde di schiavi africani, impegnati ad andare su e giù dall’Africa all’Italia, solo per lavorare per noi.
Pur nella sua gravità, tutto ciò a mio avviso non è ancora il livello più tragico di ciò che abbiamo visto domenica scorsa.
E questo livello più tragico lo esprimerei partendo da una semplicissima annotazione: se tutti i lavoratori dipendenti, ovvero la platea di coloro che erano interessati dai quesiti sul lavoro, fossero andati a votare per il sì, i referendum sarebbero passati. Come mai ciò non è avvenuto? Semplicemente perché la narrazione dei leader politici di riferimento ha prevalso sugli stessi interessi degli elettori coinvolti. Un esempio lampante di oppressi che ragionano con la testa degli oppressori, direbbe Paulo Freire. Questo è lo strumento classico, con il quale le classi dominanti hanno da sempre fomentato la guerra tra i poveri, della quale il conflitto tra “ultimi e penultimi” di cui parla Ambrosini è solo la versione più attuale.
A questo punto sarebbe bene riandare a studiare la Storia, per ricordare come sorse e si strutturò il fascismo. I grandi latifondisti della Pianura padana e i grandi industriali del Nord Italia, per far fronte all’ondata di scioperi del biennio 1920/21, armarono i penultimi di allora, gli ufficiali e sottufficiali della Prima Guerra Mondiale, additando loro la classe operaia quale causa dei mali di quel momento storico.
Oggi, i loro nipoti e pronipoti, a nome del capitale finanziario mondiale, devono abilmente dividere quella massa, variegata e confusa, che è il lavoro dipendente del Terzo Millennio, perché non prenda non reagisca allo sfruttamento crescente del quale è vittima. Anzi i colpevoli di tutto ciò sono lì con la loro evidenza cromatica: i migranti.
Salvo miracoli dello Spirito Santo, l’esito di questa ennesima azione diabolica non è difficile da immaginare. Los Angeles docet…
Pe. Marco