Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” abbiamo sentito proclamare noi ambrosiani in questa terza Domenica di Quaresima. Grande questione, quella del rapporto tra la Verità e la Libertà; pretesa provocante, quella di Gesù di voler essere la vera risposta all’inquietudine, alla dipendenza della Libertà.

Sì, direi proprio che dipendenza è il termine giusto, per esprimere il paradosso della Libertà umana. Da un lato un bisogno irresistibile, naturale appunto, di autonomia e di autodeterminazione; dall’altro il non sapere “dove andare e che fare” della Libertà; nel senso che non si è generata da sola, non è venuta al mondo per scelta propria. Per questo motivo deve sempre chiedere aiuto, deve dipendere dagli altri, per capire ciò che è vero e ciò che è giusto, per sé e per gli altri. In altre parole, noi con la nostra Libertà non bastiamo a noi stessi, non possiamo cavarcela da soli nel labirinto della Vita. Da qui la nostra intrinseca, naturale dipendenza.

Ma da chi vogliamo dipendere; o se volete, a chi vogliamo affidarci, per cercare di vivere al meglio, visto che la pienezza non è di questo mondo?

Oggi Gesù s’inserisce in questo dramma, offrendosi come Colui, che meglio può rispondere a questi paradossi della Libertà. Lui si propone come la Verità dell’esistenza; come il cammino più radicale ed autentico per la Libertà umana. Stando nella Sua Parola, la Vita scopre il suo senso più profondo e la Libertà il suo compimento.

Eh già… eppure la nostra civiltà occidentale, contaminata in ogni dove dal Cristianesimo, fa sempre più fatica nello scorgere in quella storia, la vita vissuta al modo di Gesù di Nazareth, la pienezza dell’umano, il cammino più radicale e promettente per ogni uomo/donna, che cammini su questa Terra.

Così succede che, dopo aver riflettuto ieri sera con i chierichetti su questi temi, questa mattina facendo colazione non potevo non chiedermi: “Chissà cosa pensava di Gesù la ragazza diciottenne di Monza, morta per overdose la notte tra domenica e lunedì scorso? Chissà se lo ha mai incontrato nella sua brevissima vita? E perché non ha saputo affidarsi alla sua Parola, anziché all’alcool ed agli psicofarmaci del papà dell’amica?”.

Solo questi pochi fuggevoli dettagli ci dicono, che il dramma non è solo, né soprattutto, personale, come purtroppo siamo portati a dire noi cattolici. Certamente la Libertà personale è sempre in gioco ed ha le sue responsabilità. Ma non è sufficiente per spiegare questa drammatica posta in gioco.

Questa adolescente, fragile e spregiudicata, è l’anello più debole di una società sempre più incapace di dialogare con il suo Signore, perché vede con sospetto la sua Presenza e la sua Parola.

Al tempo stesso, però, non ha neanche altri dei, ai quali affidarsi, seppur illusoriamente. Sì, certo, gli dei ci sono e ci saranno sempre, in quanto antitesi del Dio vivo e vero. Però, ormai, la loro forza di seduzione dura poco più della durata di un tweet; svanisce ancor più velocemente dello svanire dei partiti politici contemporanei.

E così, in questa navigazione esistenziale, drammatica perché incerta, non rimane che lo sballo, l’anestesia permanente, perché svegliarsi sarebbe peggio, sarebbe tragico.

Forse è anche per questo clima culturale, fluido e inconsistente ad un tempo, che non riusciamo a capire fino in fondo il senso della lotta per la Libertà di un popolo, quello ucraino, che, pur tra mille contraddizioni, riesce a dare una connotazione concreta a questa parola.

Così come ci appare incomprensibile il gesto di chi ha rischiato la Vita, fino a perderla sugli scogli di Cutro. Al di là dei soliti noti e di qualche manipolazione politica, ciò che è scandaloso è l’indifferenza della stragrande maggioranza della popolazione italiana ed europea, di fronte al dramma di chi cercava disperatamente la Vita in quel viaggio. Ancora cerchiamo di anestetizzare il dramma, dentro un fiume di parole e decreti inutili. Invece di sollevarci ed unirci, per combattere questo sistema economico e culturale, vera causa di queste morti tragiche.

Anche in questo la nostra bella e grande Libertà occidentale è povera e inconsistente…

Pe. Marco