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IO CAPITANO
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Temi: odio, conflitto, offesa, Libano, giustizia, verità, perdono, memoria, dolore.
Un nuovo importante capitolo dei due registi in gara a Cannes 2016
Nuovo film di Ken Loach, fresco, originale, incisivo, premiato anche dal pubblico al Festival Internazionale del Cinema di Locarno
Film concepito sulla scia dei legal thriller ma ambientato in un consiglio di fabbrica. Una clausola apparentemente insignificante può stravolgere le vite di moltissime persone.
Film vincitore premio Oscar 2016
Film italiano vincitore al festival di Berlino 2016
I brutti e cattivi nella nuova pellicola di Quentin Tatantino
Origine: Italia (2015)
Soggetto: Daniele Luchetti, Martin Salinas, Pietro Valsecchi
Sceneggiatura: Daniele Luchetti, Martin Salinas
Fotografia (Scope/a colori): Claudio Collepiccolo, Ivan Casalgrandi
Musiche: Artuto Cardelus
Montagg.: Mirco Garrone, Francesco Garrone
Durata: 98′
Produzione: Pietro Valsecchi per TaoDue Film .
Si torna con la memoria al 1981, quando usci nelle sale “Da un paese lontano”, il film che il polacco Krzysztof Zanussi aveva realizzato in tempi decisamente rapidi sul connazionale Karol Wojtyla, il quale, nato nel 1920, era diventato Pontefice di Roma il 16 ottobre 1978. Da allora la storia ha fatto tante capriole, fino ad arrivare alla scelta di un Pontefice proveniente ancora da più lontano, dall’altra parte dell’Oceano, e del mondo, e far arrivare in Vaticano il card. Jorge Bergoglio con il nome di Papa Francesco. E’ già entrato nel cuore e nella mente di tutti questo modo rapido di chiamarlo, di salutarlo e di parlarci, diretta conseguenza, forse, di quel ‘buona sera’, così semplice e familiare che il Pontefice volle rivolgere ai fedeli in Piazza S. Pietro la sera della sua elezione. Era il marzo del 2013 e quel tono intimista e spoglio sarebbe diventato un modo di fare e atteggiarsi non più eliminabile. Sono passati appena due anni ed ecco nei cinema “Chiamatemi Francesco”, un film su Papa Bergoglio. Nella non facile impresa di realizzare un film su una figura già tanto carismatica si è cimentato Daniele Luchetti, regista italiano dal curriculum importante (Il portaborse, 1991; La scuola, 1995; Mio fratello è figlio unico, 2007; La nostra vita, 2010) fortemente segnato da storie tra cronaca sociale, denuncia, sentimenti esasperati.Il film ripercorre 50 anni di storia con pulizia e precisione : dalle vittime dei militari alla generosa dedizione di Bergoglio per indifesi e ultimi, il quadro è sincero, giusto, coerente. Allo stesso tempo segnato da un tono didattico che forse utile per coinvolgere di più il pubblico ma al contempo rinuncia ad ogni sguardo profondo, inquieto, sofferto. E’ il Francesco della gioia e della chiesa aperta a tutti. E’ il Papa che non teme un film, anche se non del tutto riuscito. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nell’insieme realistico.
Gli Ultimi Saranno Ultimi racconta la storia di Luciana Colacci (Paola Cortellesi) una donna semplice che sogna una vita dignitosa insieme a suo marito Stefano (Alessandro Gassmann). L'immagine di Luciana che apre il film si ricollega al finale, in un movimento circolare, per mettere in primo piano un argomento centrale: la maternità di Luciana, la sua ridotta capacità lavorativa che potrebbe determinare il suo licenziamento. La rabbia cresce, la sensazione di essere vittima di un sopruso si fa strada, mentre il marito è senza lavoro e la crisi rende ogni giornata una scommessa insostenibile. Quale confine, limite può raggiungere la rabbia di una persona stretta in questi angusti spazi, con poca prospettiva di futuro? L'irruzione del dramma nelle pieghe della commedia dimostra la volontà di restare nell'ambito della realtà, di non creare comicità fine a se stessa ma dinamiche di caratteri con riscontri nella cronaca italiana. Così Luciana rappresenta tutte le donne vivaci e positive, messe a terra dalla terribile banalità del male sociale, dalle differenze, dalle illusioni non richieste. Il film certifica una ribellione a dire il vero non sempre azzeccata, magari un po' forzata e tuttavia amaramente necessaria in un Paese che si sta troppo rapidamente rassegnando al pensiero unico.
Soggetto: Massimiliano Bruno, Paola Cortellesi, Furio Andreotti
Sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Paola Cortellesi, Furio Andreotti, Gianni Corsi
Fotografia (Scope/a colori): Alessandro Pesci
Musiche: Maurizio Filardo
Montagg.: Luciana Pandolfelli
Durata: 103'
Produzione: Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film con RAI Cinema.