Alle fronde dei salici
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento
Salvatore Quasimodo
… come possiamo cantare Signore tra le bare della Domenica delle Palme di Sumy, tra i corpi delle stragi quotidiane a Gaza, o della strage di Zamzam in Sudan? Il loro dolore e la loro disperazione ci appartengono e devono stare nella nostra mente e nel nostro cuore, mentre consumiamo il nostro agnello pasquale. Non importa se ci andrà di traverso. Aggrappati alla tua croce Signore, attendiamo che la Tua Risurrezione ci strappi dal nostro egoistico, che ci ha fatto consegnare le sorti dell’Umanità nelle mani di folli narcisisti, che per risplendere sul mondo stanno sacrificando la sorte di milioni di uomini e donne.
Noi crediamo Signore, che un altro mondo sia possibile, perché nella tua Risurrezione il Padre ci ha detto, che Tu sei quell’Uomo Nuovo, che ha sognato fin dalla Creazione del mondo.
Donaci il coraggio di offrire le nostre vite, perché questo sogno sia ancora esperimentabile sulla Terra. Dacci il coraggio di opporci a coloro, che lo combattono per i loro interessi e la loro gloria.
Solo così tra le lacrime potremo ancora cantare…
Pe. Marco