In questi ultimi giorni, pur non essendo stato coinvolto personalmente, ho dovuto fare i conti con una seria di fatti emblematici.
Il primo in ordine cronologico è la notizia, secondo la quale dall’inizio dell’anno più di cinquecento medici tra i trenta e cinquant’anni hanno richiesto il certificato di buona condotta, per andare a lavorare all’estero. Qualche giorno dopo un amico mi ha aggiornato sulle novità del paesello natio. In particolare la ristrutturazione del vecchio Asilo parrocchiale, del quale anch’io sono stato alunno, per ospitare sedici infermiere indiane, dipendenti della cooperativa KCS, gestore della RSA “Villa Serena”.
Sabato scorso durante una cena, un conoscente mi raccontava, come aveva trascorso l’intera giornata tra l’ospedale “Manzoni di Lecco e il “San Gerardo” di Monza alla ricerca disperata di un oculista, che curasse il probabile distacco della retina del fratello. Per quanto la cosa possa sembrare incredibile nella “gloriosa” sanità lombarda, il suddetto specialista non si è trovato ed i malcapitati per il fine settimana hanno dovuto affidarsi alla vecchia manzoniana Provvidenza.
Infine, giovedì mattina durante una riunione con i Servizi Sociali di Dervio, che da gennaio è senza Assistente sociale, ho scoperto che la stessa non si trova per la carenza di questa figura professionale. Peccato che l’Assistente Sociale di Dervio sia la stessa persona per i Comuni di Dorio, Sueglio e Valvarrone…
Sicuramente molti di voi potrebbero aggiungere altri esempi e misfatti, per attestare lo sfacelo del Sistema socio-sanitario italiano, visto peraltro dalla Regione che osa ancora vantarsi come la migliore tra le sue “sorelle”. Se penso, che incredibilmente un’amica a Rio de Janeiro ha curato i suoi calcoli renali attraverso la Sanità pubblica senza spendere un real, mi sovviene il dubbio atroce, che forse ciò che era un tempo incomparabile, si stia avvicinando paurosamente. Rimane da vedere se nel bene, o nel male…
Cercando di capire quanto sta accadendo, la prima questione, che mette sempre tutti d’accordo, è quella relativa agli sprechi ed alla mala gestione. Ovviamente, in una realtà colossale come la Sanità, non ci vuole molto a trovare qualche esempio al riguardo. Eppure, sempre nella nostra gloriosa Lombardia, pur privatizzando anche i giardini d’ingresso degli ospedali, i costi non sono diminuiti, anzi! E i risultati li avete letti sopra…
Purtroppo, a mio avviso, un giochino pericoloso è quello dei nostri illusionisti al potere, i quali vorrebbero ingannarci esibendo ridicoli aumenti dei fondi destinati alla Sanità. Però, anche ad un analfabeta economico come me non sfugge, che aumentando la complessità dei servizi e delle attrezzature impiegate, ciò che è più importante è il valore percentuale della spesa pubblica destinata alla Sanità; ebbene questo valore è in caduta libera da anni, rispetto ad altri capitoli di spesa. Ovvero i soldi, pochi o tanti che siano, vengono spesi male; di solito per realizzare le deliranti promesse delle campagne elettorali.
Rieccoci allora ai nodi di sempre, ben conosciuti, ma mai seriamente affrontati, né da Destra, né da Sinistra.
Innanzitutto, il tabù delle tasse: palesemente ingiuste ed irrisorie, quanto più aumenta il reddito dei contribuenti. Il paradosso è che questa ingiustizia si fonda sull’appoggio accanito delle sue stesse vittime: la classe media e, ahimè, gran parte delle classi popolari, manipolate dal mantra: meno tasse per tutti! Se così non fosse, non voterebbero liberamente e gioiosamente per i loro aguzzini…
Questo annoso e secolare problema delle tasse rivela però un problema più profondo e radicale: il grado di fiducia reciproco e la credibilità delle istituzioni. Infatti, uno Stato democratico, ovvero fondato sul libero consenso e non sull’imposizione autoritaria, può funzionare se i due aspetti appena citati godono di buona salute.
Invece, se le istituzioni sono inconsistenti e corrotte e se la cultura prevalente è quella individualista, ne consegue che mediamente i cittadini diffidano dal consegnare una parte dei loro beni allo Stato attraverso le tasse. Nelle società dominate dall’individualismo, ogni soggetto si fida solo di sé stesso e del suo gruppo di appartenenza e vede le strutture statali come un’ingerenza ed una sottrazione della libertà personale.
Peccato che in tali condizioni la società diventi il teatro della guerra di tutti contro tutti e lo Stato finisca con l’essere così debole, che nei momenti più delicati della vita non può far fronte ai bisogni essenziali dei suoi cittadini, soprattutto quelli che non hanno un reddito per ricorrere alla Sanità privata.
Forse è quanto sta avvenendo nella nostra amata e vilipesa Italia…
Pe. Marco