Gesu_di_NazarethDal momento che l’involuzione del nostro rito ambrosiano ha prodotto questa sovraesposizione della figura del Battista, per questa domenica vorrei soffermarmi sulla seconda lettura, tratta dalla lettera ai Galati, sostanzialmente sconosciuta alla fede dei più. Oltretutto, il brano oggi riportato ci permette di mettere a fuoco uno dei temi fondamentali della teologia paolina: il rapporto tra la Legge e la Fede in Gesù di Nazareth.

Innanzitutto mi sembra importante precisare che Paolo qui non sta parlando di qualche dettaglio marginale delle legislazioni umane. In realtà sta parlando dell’apice a cui è giunta la legge: la Torah, la Legge di Mosè, o se volete quell’insieme legale, morale e religioso, frutto della fede d’Israele. Faccio questa precisazione perché, quanto lui dice nei versetti odierni, ma più dettagliatamente nel resto della Lettera ai Galati, vale, a maggior ragione, per qualsiasi altra legge umana, comprese quelle amministrative e penali.
Cosa ci sta dicendo oggi Paolo? Ci dice che la Legge, quella di cui parlavo poc’anzi, è sì importante, fondamentale, ma non è sufficiente per salvarci. Ecco allora che Paolo attribuisce alla Legge un valore pedagogico; ovvero le leggi in generale ci orientano, ci aiutano a distinguere il bene dal male, ma non esauriscono le possibilità del Bene e del Male, né tantomeno sono in grado di farci fare il Bene, di renderci buoni.
Invece “la Fede in Gesù, ed io aggiungo di Gesù, ci giustifica”, ovvero ci rende giusti.
Questa, come sappiamo, è l’affermazione centrale di tutta la teologia e di tutta la spiritualità paolina. Come possiamo tradurre in parole povere questa affermazione fondamentale, quanto rivoluzionaria? Credere in Gesù di Nazareth non significa semplicemente ritenere che Lui abbia qualche particolare relazione con Dio, per la quale possiamo chiamarlo Figlio di Dio. In realtà credere in Lui significa riconoscere ed accogliere che in Lui il Padre si rivela definitivamente. In tal modo ci dice come dobbiamo relazionarci con Lui e tra di noi. Conseguentemente la Salvezza consiste nel vivere come Gesù. Vivendo come Lui noi realizziamo il progetto del Padre sull’umanità, obbediamo e mettiamo in pratica ciò che Lui ha sognato, quando ci ha creato.
In questa prospettiva la vita cristiana non potrà mai ridursi alla mera esecuzione di una o più leggi, perché una vita, nel caso quella di Gesù, non potrà mai essere riassunta in un insieme di leggi morali.
Certamente, nell’ambito morale e religioso, ci sarà sempre bisogno delle leggi per orientare i fedeli nel discernere ciò che è bene da ciò che è male. D’altro canto il Bene, la Salvezza sarà sempre più grande di qualsiasi codice legale. Ecco allora che non basta chiederci, se la Chiesa ci permette o meno di fare una cosa; oppure fino a dove mi è permesso arrivare o meno.
La domanda vera, che dovrebbe guidare le scelte dei cristiani, è: “Ma Gesù cosa farebbe in questa situazione? Gesù come affronterebbe questo problema? Con quali criteri e quali priorità?”. Guidati da queste domande e dalla forza dello Spirito Santo, presente nelle nostre coscienze, verremo condotti a “rivestirci di Cristo”, come oggi ci diceva lo stesso Paolo.
Con lo stesso metodo, a maggior ragione, dovremmo rapportarci con le leggi civili. Addirittura, in questo caso, il riferimento alla prassi di Gesù dovrebbe essere il criterio con il quale ogni singolo credente, ma anche ogni comunità cristiana, giudica la legittimità delle leggi, che regolano la nostra vita civile; ben sapendo che il cristiano “obbedisce prima a Dio, che agli uomini”. Ecco perché, quando è il caso, disobbedire è una virtù.
Purtroppo, dopo duemila anni di Vangelo, nella cristianissima Europa, anche i cristiani sono ancora qui a chiedersi, se vengano prima i Giudei, o i Greci, i maschi, o le femmine, se alcuni possono lavorare e guadagnare con dignità ed altri accontentarsi di sopravvivere alla meno peggio.
Certamente, secoli e secoli di preoccupazione nel garantire un’obbedienza ossessiva al diritto Canonico, ha affievolito l’entusiasmo e la Libertà nel seguire i passi di Gesù e nel cercare di fare le sue stesse opzioni di vita.

Pe. Marco