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Camminando con Don Marco

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Dilexi te in quindici parole

Posted on 20 Ottobre 202520 Ottobre 2025 By admin Nessun commento su Dilexi te in quindici parole

Con il chiaro intento di suscitare il desiderio di leggere l’intero documento, questa settimana ho pensato bene, di proporvi questa efficace sintesi giornalistica del primo documento di Papa Leone XIV, l’Esortazione Apostolica Dilexi te. Come sappiamo, l’idea originaria di questo documento è stata di Papa Francesco. D’altro canto non può non colpire l’originale continuità tra questi due Papi, così in sintonia sull’essenziale della Fede cristiana, pur essendo così diversi nella personalità. Questa comunione sincera e profonda, pur nella loro diversità, li rende testimoni esemplari per tutti noi.

Buona lettura.

Pe. Marco

1. Continuità con Francesco

“Avendo ricevuto questo progetto in eredità, sono felice di farlo mio – aggiungendo alcune riflessioni – e di proporlo all’inizio del mio pontificato, condividendo il desiderio del mio amato predecessore, che tutti i cristiani possano percepire il forte legame, che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata ad avvicinarsi ai poveri.”

2. I poveri, il volto di Cristo

“La condizione del povero rappresenta un grido che, lungo tutta la storia dell’umanità, interpella costantemente le nostre vite, le nostre società, i sistemi politici ed economici, e soprattutto la Chiesa. Nei volti feriti dei poveri troviamo impressa la sofferenza degli innocenti e, quindi, la stessa sofferenza di Cristo.“

3. Una società diseguale

“Viviamo in una società che spesso privilegia determinati criteri per orientare l’esistenza e la politica, segnata da numerose disuguaglianze. Pertanto, alle vecchie forme di povertà, di cui siamo diventati consapevoli e che cerchiamo di contrastare, se ne aggiungono di nuove, a volte più sottili e pericolose”

4. Cultura dello scarto

“Persiste ancora – a volte ben mascherata – una cultura che scarta gli altri senza nemmeno rendersene conto e tollera con indifferenza milioni di persone, che muoiono di fame o sopravvivono in condizioni indegne dell’esistenza umana”

5. Non abbassare la guardia

“Non dobbiamo abbassare la guardia di fronte alla povertà. Siamo particolarmente preoccupati per le gravi condizioni in cui si trovano così tante persone a causa della mancanza di cibo e acqua. Ogni giorno, diverse migliaia di persone muoiono per cause legate alla malnutrizione. Nei paesi ricchi, i dati relativi al numero di poveri non sono meno preoccupanti. In Europa, sempre più famiglie non riescono a sbarcare il lunario”

6. Pregiudizi ideologici

“I poveri non sono lì per caso o per un destino cieco e amaro. Ancor meno la povertà; per la maggior parte di loro è una scelta. Eppure, c’è ancora chi osa affermarlo, mostrando cecità e crudeltà. Ovviamente, tra i poveri, c’è anche chi non vuole lavorare; forse perché i loro antenati, che hanno lavorato tutta la vita, sono morti poveri. Ma ci sono molti – uomini e donne – che lavorano dalla mattina alla sera, a volte raccogliendo cartone o svolgendo altre attività simili, anche se questo sforzo li aiuta solo a sopravvivere e non migliora mai veramente la loro vita.”

7. Cristiani ideologizzati

“Anche i cristiani si lasciano spesso contagiare da atteggiamenti segnati da ideologie mondane o da posizioni politiche ed economiche, che portano a generalizzazioni ingiuste e conclusioni fuorvianti (…). È impossibile dimenticare i poveri, se non vogliamo abbandonare la Tradizione viva della Chiesa, che scaturisce dal Vangelo e feconda ogni momento storico.”

8. Dio sceglie i poveri

“Mi chiedo spesso perché, nonostante le Sacre Scritture siano così precise sui poveri, molti continuino a pensare di poterli escludere dalla loro attenzione. Per il momento, restiamo nell’ambito biblico e cerchiamo di riflettere sul nostro rapporto con gli ultimi della società e sul loro posto.” “È fondamentale per il popolo di Dio.”

9. L’educazione dei poveri, un dovere

“Per la fede cristiana, l’educazione dei poveri non è un favore, ma un dovere. I bambini hanno diritto alla saggezza, come requisito fondamentale per il riconoscimento della dignità umana. Insegnare loro significa affermare il loro valore, dare loro gli strumenti per trasformare la loro realtà. La tradizione cristiana comprende, che la conoscenza è un dono di Dio e una responsabilità comunitaria.”

10. La dittatura di un’economia che uccide

“Dobbiamo continuare a denunciare la ‘dittatura di un’economia che uccide’ (…). La dignità di ogni persona umana deve essere rispettata ora, non domani, e la difficile situazione di molte persone, a cui questa dignità è negata, deve essere un costante richiamo alla nostra coscienza”.

11. Mancanza di equità

“La mancanza di equità “è la radice dei mali sociali”. Infatti, “si percepisce spesso che, di fatto, i diritti umani non siano uguali per tutti”.

12. Un pozzo di sporcizia

“I deboli non hanno forse la nostra stessa dignità? Coloro che sono nati con meno, valgono meno come esseri umani e dovrebbero limitarsi a sopravvivere? Il valore delle nostre società e il nostro futuro dipendono dalla nostra risposta a queste domande. O riacquistiamo la nostra dignità morale e spirituale, o cadiamo in un pozzo di sporcizia.”

13. Il rischio di apparire “stupidi”

“È responsabilità di tutti i membri del popolo di Dio far sentire una voce, in modi diversi, che risvegli, che denunci e che si smascheri, anche a costo di apparire “stupidi”.”

14. Uno di noi

“Un cristiano non può considerare i poveri solo come un problema sociale; sono una “questione di famiglia”, sono “uno di noi”. La nostra relazione con loro non può ridursi a un’attività, o a un ufficio della Chiesa.

15. Gruppi “cristiani” che non si prendono cura dei poveri

“A volte, si percepisce in alcuni movimenti, o gruppi cristiani, una mancanza o addirittura l’assenza di impegno per il bene comune della società e, in particolare, per la difesa e la promozione dei più deboli e svantaggiati.”

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