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Mi pare che il filo rosso, che unisce tutte le letture di questa domenica, è la radicale alternativa tra il “mondo” ed il Vangelo, tra la logica del “mondo” e la logica del Vangelo.

Ovviamente, questo conflitto non appare semplicemente con la nascita di Gesù sulla Terra; esso attraversa la Creazione fin dalle sue origini, perché, innanzitutto, l’alternativa si gioca dentro il cuore di ogni uomo e di ogni donna, per poi trasferirsi nelle strutture sociali, politiche, economiche, che noi abbiamo creato e continuiamo a creare lungo la Storia. Il lungo excursus sulla Storia della Salvezza, redatto da Luca nella Prima lettura, ci mostra molto bene questa dinamica. Ovviamente, il grande pericolo, per noi lettori moderni, è quello di veder proiettato questo conflitto semplicemente nel passato, nelle vicende dei nostri “padri nella fede”. Purtroppo, questo conflitto attraversa le nostre vite e i nostri rapporti in ogni istante. Forse il nostro dramma maggiore è esattamente il non renderci conto della presenza di questo conflitto, di questa ambiguità, nel nostro agire quotidiano.

San Paolo, secondo il suo stile paradossale, ma profondamente autentico, ci aiutare a prendere coscienza che, purtroppo, su questa terra la Sapienza di Dio si rivela pienamente nella Croce, nell’Amore crocifisso. Dove la mia aggiunta “purtroppo” non è tanto, né soprattutto, una contestazione nei confronti di Dio, bensì una sottolineatura del fatto che, non solo per Gesù, ma anche per ciascuno di noi, se vogliamo accogliere la Sapienza di Dio nella nostra vita, “dobbiamo” accettare la logica della Croce. In altre parole, il Vangelo, per essere vissuto in pienezza, comporta l’accettare il rifiuto e l’insignificanza tipiche delle “morti crocifisse”. Come possiamo ben vedere, ancora una volta, non si tratta tanto di capire, o approfondire razionalmente questo Mistero, quanto l’accettarlo e il viverlo nelle nostre povere esistenze.

Eppure, quasi con un volo pindarico, nel Vangelo Gesù “ci butta addosso” una responsabilità inaudita: le nostre esistenze credenti sono “il luogo”, “lo spazio” concreto dove maggiormente si rivela la “Sua Gloria”, dove Lui, Gesù, viene “glorificato”, ovvero manifestato, rivelato al mondo. Ovviamente, non sempre e non qualunque esistenza, bensì quella credente, che accetta di farsi discepola sotto la Croce, o, se volete, nell’amore crocifisso. Tant’è, questo è il prezzo che dobbiamo pagare, affinché la Vita eterna appaia nella Storia dell’umanità.

 

Pe. Marco